Giorno 1, Hainaut (Vallonia)

Un viaggio itinerante che si rispetti va prima pianificato, almeno a grandi linee.

Per la pianificazione mi affido sempre a una buona guida aggiornata, le mie preferite sono le Rough Guide che da oltre 15 anni accompagnano i miei viaggi. Hanno descrizioni storico-artistiche molto dettagliate e mappe molto utili.
Vi servirà anche una cartina stradale dettagliata. Non sempre il navigatore si rivela la scelta migliore, potrebbe mancare il segnale, potreste avere la batteria scarica, etc. Le mappe Michelin sono da sempre ottime alleate di chi viaggia.
La serie “regionale”, quella di colore arancione per intenderci, è in scala 1:200.000!
Il che significa che 1cm corrisponde a 2 km. Un dettaglio notevole.
Sono inoltre realizzate in materiale cartaceo che non si strappa, per cui, anche se indubbiamente sono ingombranti, riuscirete comunque a ripiegarle a dovere.

  1. CHARLEROI (HAINAUT – VALLONIA)

La zona evidenziata in rosso nella cartina è la provincia dell’Hainaut nella regione della Vallonia, nella quale si snoderà l’itinerario odierno. Sicuramente non una delle mete più famose in Belgio, ma altrettanto affascinante ed interessante.

Siamo atterrati all’aeroporto di Charleroi, nella regione della Vallonia, e subito dopo aver noleggiato l’auto (tutti i dettagli pratici in fondo all’articolo) abbiamo fatto una breve tappa in centro, prima di dirigerci a a sud per visitare Le Bois du Cazier.

Charleroi non è di certo un’attrazione turistica, ma se vi trovate di strada, e avete tempo, una sosta di mezz’ora in centro sarà più che sufficiente. (30 min è il tempo di sosta gratuito del parcometro!).

La piazza principale della cosiddetta “città alta”, place Charles II, altro non è che una rotonda carrabile su cui affacciano una chiesa e il Municipio (Hotel de Ville).
Essendo sabato al Municipio venivano celebrati matrimoni, uno ogni 20 minuti circa, per cui non era possibile visitare l’interno. Tuttavia abbiamo avuto subito un assaggio della società multicuturale belga.

Dalla sposa in classico abito bianco a quella etnica. Viaggiare è anche questo: conoscere usi e costumi locali.

Nell’altrio dell’Hotel de ville, da cui parte il bello scalone Art Decò, sono conservati questi “pupazzi” del Carnevale, che in Vallonia ha antiche tradizioni.
L’Hotel de Ville è sormontato da un bel Beffroi, torre campanaria barocca tipica della regione con tetto a “cipolla”.

Di fronte all’hotel de ville sorge la Basilique Saint Christophe, caratterizzata da un’abside mosaicata di 200 mq in foglia d’oro, in cui è raffigurata l’Apocalisse, opera dell’artista locale Jean Ransy (1957).

Tutto sommato non esistono validi motivi per una visita a Charleroi.
Il centro storico è piuttosto cadente e deserto, dall’aria abbandonata, testimone di una decadenza iniziata dopo il periodo d’oro del XX secolo, quando l’area era una delle principali aree industriali del Belgio, grazie alle miniere di carbone e alle fonderie di ferro oltre che le vetrerie.
Abbiamo fatto una sosta principalmente per fare colazione, ma non la raccomanderei una visita puntuale.

2. Le Bois du Cazier (Marcinelle)

Visitare il sito del Bois du Cazier è un’esperienza toccante.
Da italiana ho sempre sentito parlare della tragedia che l’8 agosto 1956 si è consumata qui, in cui persero la vita 262 persone, di cui 136 italiani, che erano venuti in Belgio a cercare fortuna con le loro famiglie.

La visita con audioguida in Italiano è molto agevole, il sito è stato in parte ricostruito per consentire l’accesso ai visitatori, è sabato, ma siamo in 6/7 all’interno della miniera. Il silenzio è totale.

Le strutture sono state abbandonate così com’erano e testimoniano le condizioni di lavoro e di vita inumane dei minatori e delle loro famiglie. E’ possible ascoltare testimonianze in lingua originale (italiano) che descrivono come fosse meglio rischiare la morte in miniera, piuttosto che morire di fame in Italia.

Gli enormi pozzi si stagliano testimoni di un’epoca che fu. Il tutto è piuttosto surreale.

L’enorme ruota arrugginita è ancora al suo posto. Mentre la parte superiore della palazzina è crollata.

Sembra quasi di sentire le voci e i passi di chi lavorava nelle strutture e negli uffici.

In mostra anche l’apparecchio di controllo degli ascensori, che, se fosse stato installato qui a Marcinelle, avrebbe evitato la tragedia.

nelle strutture è stato allestito il museo dell’industria, con una sala audiovisivi molto interessante.

All’ingresso una stele ricorda i 262 morti.

Ci fermiamo per pranzo alla caffetteria, dove parlano anche italiano. Non vogliamo ancora abbandonare questo luogo, sempre deserto a parte le coppie di sposi che vengono per il servizio fotografico di nozze.

La caffetteria è ricavata all’ingresso nei locali degli uffici amministrativi, accanto a noi un gruppo di signori belgi, di origine italiana, ci dicono di essere i figli di quei minatori del 1956.

Ripartiamo. Direzione ovest verso Binche.

3. Binche

“Non c’è molto da vedere a Binche… Ciò nonostante la cittadina prende vita ogni anno quando vi si tiene il carnevale..”
Così recitava la nostra guida, tuttavia Binche merita una rapida sosta, anche se non è periodo di carnevale.

La Grand Place ha un fascino discreto, è spaziosa e delimitata dall’Hotel de Ville (1555), sormontato da un elegante Beffroi (patrimonio dell’UNESCO).

Il museo del Carnevale è piuttosto famoso e offre laboratori per i più piccini, a poca distanza un piccolo parco sorge sulle imponenti fortificazioni ben conservate, che racchiudono buona parte del perimetro del centro.

La nostra sosta è stata addolcita da una merenda a base di gauffres in piazza, dove c’era un piccolo festival del cibo di strada.

Proseguiamo rapidamente verso la prossima tappa.

4. Chateau Beloeil

A circa 45 km da Binche è situato lo Chateau Beloeil, maniero appartenuto alla famiglia Ligne, i potenti di questa regione fin dal XIV secolo.

Il castello è visitabile così come il parco e i giardini. Potete prendere un comodo trenino, oppure passeggiare liberamente.

Il castello è circondato da un fossato pieno d’acqua, come nelle migliori tradizioni. L’ambiente è curato e suggestivo.

La visita degli interni lussuosi vi impiegherà per 1 ora o 2, dipende da voi.
Entrando dal cortile vi troverete in un atrio con scalone dove è collocato il book shop con annessa biglietteria.

Delle magnifiche sale, che ricordano sia Versailles, quanto a opulenza, sia la Reggia di Caserta per gli affacci sul parco e sulla vasca centrale, notevole è la Biblioteca, che contiene 20.000 volumi.

Sala di rappresentanza.

Orologio in malachite, dono dello Zar di Russia.

I giardini del XVIII secolo sono i più vasti della nazione e si sviluppano sul disegno dell’architetto e decoratore parigino Jean-Michel Chevotet.

usciamo ormai alla chiusura (benchè sia estate alle ore 18).

Raggiungiamo Mons dove passeremo questa prima notte in Belgio.

5. Mons

Mons è forse la più affascinante città dall’Hainaut, provincia della Vallonia dove ci troviamo, è stata capitale europea della cultura nel 2015.

La sua Grand Place è elegante e popolata di ristoranti e caffè con tavolini all’aperto e tutto sommato molto viva.

Ci siamo fatti consigliare una brasserie in piazza, i Belgi non sono un popolo cordiale, tuttavia siamo stati a nostro agio.

Seconda birra di Abbazia della giornata!
Le migliori birre d’Europa.

L’hotel de Ville domina la piazza e il sole al tramonto (sono ormai passate le 22) si riflette dorato nelle sue finestre e sulla cupola dell’immancabile Beffroi (nella foto a sinistra).

Ne approfittiamo per fare 2 passi dopo cena e ci spingiamo fino alla Chiesa Collegiale di Ste-Waudru, in stile gotico francese.

Le strade sono ormai deserte, eppure c’è ancora abbondante luce.
Per cui rientriamo in hotel.

Ci fermiamo un istante presso la statuetta della scimmietta, lungo il muro dell’Hotel de Ville. Consumata in quanto toccarla pare possa portare fortuna, come capita per molte statue.

Incastonata nel muro esterno de l’Hotel de Ville di Mons, la scimmia di ghisa, nota come Singe du Grand Garde, aspetta ogni giorno che i passanti vadano a salutarla e a strofinarle il capo. Infatti, secondo la leggenda, la statua della scimmia in ferro battuto realizzata nel XV secolo porta fortuna a chi le accarezza la testa con la mano sinistra.

Personalmente ho trovato più interessanti le decorazioni a tema marino/fantastico di questa scala.

All’imbrunire la piazzetta con bosco artificiale è indubbiamente suggestiva.

INFORMAZIONI PRATICHE

http://valloniabelgioturismo.it/it

Bois du Cazier

Ristorante Ces Belges et Vous a Mons cucina tipica e burger per tutti, adatto anche ai bambini.

Chateau Beloeil

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